“Sentire è facile perché è esercizio dell’udito, ma ascoltare è un’arte perché si ascolta anche con lo sguardo, con il cuore, con l’intelligenza”
Enzo Bianchi distingue tra ascolto “passivo” e ascolto “attivo”; quest’ultimo richiede molta più fatica, richiede sguardo, cuore e cervello. Si pone l’attenzione sulle parole (verbale), sul tono, l’intonazione e il volume ecc.. (paraverbale), si osservano i gesti e i movimenti (non verbale). In tutto ciò è importante coinvolgere anche l’empatia (Intelligenza emotiva di Daniel Goleman – Psicologo)
Alcune figure professionali come gli psicologi, i consulenti, i coach hanno una marcia in più quando ascoltano attivamente, certo costa più fatica anche perché richiede di dover domandare per capire al meglio chi si ha difronte e soprattutto essere “egoless” ovvero astenere il proprio giudizio personale e la propria persona dalla relazione e dalla valutazione.
I professionisti che ritengo abbiano eccellenti capacità di ascolto attivo sono coloro che si astengono da quell’atteggiamento “scientifico”: il paziente ha un problema e loro devono assolutamente essere risolutori, quelli sono appunto medici… Psicologi, consulenti, coach devono accogliere le richieste ascoltando attivamente e porgere domande che facciano riflettere la persona accompagnandola così alla soluzione che desidera, senza trovargliene una.
Ascoltiamo attivamente.
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